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ER TERNO.

Poesia del 1920

di Cesare Pascarella

Ecco er fatto. Lo prese drent’al letto,
Dove stava in campagna in d’un casino;
Je sigillò la bocca cór cuscino,
E j’ammollò ‘na cortellata in petto.

Dunque, ferita all’undici: ce metto
Uno, er giorno; quarantatré, assassino…
Vado giù da Venanzio er botteghino
Ar Popolo e ce butto un pavoletto.

A l’estrazione, sabeto passato,
Ce viè’ l’ambo; ma, invece de ferita,
M’esce settantadue: morto ammazzato.

Ma guarda tante vorte er Padreterno
Come dà la fortuna ne la vita!
Si l’ammazzava ce pijavo er terno.

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