Poesia di Vittorio Lorenzoni
Portavi il nome, tristemente noto,
di quell’imperatore ormai famoso
che un giorno pe pazzia o pe lo gioco
distrusse Roma antica co lo foco!
Nessuna sa da dove eri venuto,
però da un vile certo abbandonato;
ti dissero “ Nerò “ perch’eri nero
ma dentro al petto c’evi un cuore d’oro!
Giravi per le strade giorno e notte
e del paese eri la mascotte,
senza dimora e senza posto fisso
però sapevi dove trovar l’osso!
Non eri per le liti o per le lotte,
ma pe’ na cosa tu facevi a botte:
t’innamoravi a tutte le cagnette
e allontanavi gli altri pretendenti
con voce grossa e digrignando i denti!
Riconoscevi sempre e con certezza
chi t’eva dimostrato tenerezza,
t’avvicinavi a lui e molto spesso
je camminavi a fianco passo passo.
Amavi tanto stare tra la gente,
dov’era confusione eri presente,
non disturbavi e non chiedevi niente,
ma di restar con loro solamente.
Per questo tu vagavi senza posa
da lo mercato della Paradisa
a lo piazzale de Santateresa
dove ‘gni tanto c’era qualche sposa.
Quand’arrivava il pullman col turista
tu eri sempre pronto lì a far festa
e a dare a tutti quanti il benvenuto
con lo scodinzolare tuo gioioso:
Fra essi ti mettevi in bella posa
quando qualcuno con la cinepresa
scattava foto da portare a casa;
li precedevi, infine, per un pezzo
ad indicar la strada del Palazzo.
Li scolaretti li aspettavi a scuola,
con loro ti piaceva stare in fila:
da tanti ricevevi una carezza,
qualcuno ti donava un po’ di pizza;
Da molti tu sei stato benvoluto,
non credo che nessuno t’abbia odiato,
qualcuno, più degli altri affezionato
ti offriva qualche cono di gelato
del quale, si sapeva, eri goloso.
Ed una donna, poi la più amorosa,
che pel tuo bene non badava a spesa,
del suo negozio fece la tua casa.
Ma un giorno poi, di colpo sei sparito
e qualche tempo dopo ritrovato
come in un dolce sonno addormentato
dal quale non ti sei più risvegliato…
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Qualcuno mi dirà: “ Quante parole,
in fondo è stato solo un animale! “
Ma questo non lo sa quante persone
che solo nell’aspetto sono umane
sono incapaci d’una buona azione?
A queste preferivo te Nerò…
Tu, veramente non sei stato un cane!!!
Vittorio Lorenzoni
2 risposte su “A NERONE”
È proprio come dici tu Giacomo,hai scritto bene…
Grazie Germano ma la poesia è di Vittorio Lorenzoni